Il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella interviene in audizione in Commissione Giustizia del Senato sul disegno di legge sull’IA. Massima attenzione alla prestazione professionale per salvaguardare il rapporto fiduciario tra professionista e cliente. Bene l’Osservatorio, ma servono risorse per gli studi più piccoli.
Roma, 27 giugno 2024. «L’intelligenza artificiale rappresenta una straordinaria opportunità di crescita per le attività professionali, solo se si riuscirà a circoscriverne i rischi. L’impatto, potenzialmente dirompente, dell’IA sugli studi coinvolge infatti il rapporto fiduciario che si instaura tra i professionisti e i loro clienti e interviene direttamente sulla personalità della prestazione professionale, che non può prescindere dalla massima trasparenza, anche per prevenire eventuali abusi e frodi da un uso distorto dei dati generati artificialmente». Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, è intervenuto questa mattina in audizione alla Commissione Giustizia del Senato dove è in corso il dibattito sul disegno di legge sull’Intelligenza artificiale, che dedica ampio spazio alle professioni intellettuali.
«Il provvedimento prevede che l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale debba essere consentito esclusivamente per esercitare attività strumentali e di supporto dell’attività professionale», ha ricordato Stella. «Tuttavia occorre delineare più chiaramente i contorni delle attività strumentali, perché vi è il fondato rischio che si deleghino prestazioni professionali a sistemi di IA e ad applicazioni evolute, eventualmente gestite da personale tecnico privo di qualifica professionale, in particolare per quelle attività che vengono intermediate dal web».
Il focus di Confprofessioni si è concentrato sull’impatto dell’IA sul mercato del lavoro e in questa direzione viene accolta con grande interesse la scelta del Governo di istituire un Osservatorio sull’adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. «Si tratta di un tavolo di confronto permanente per monitorare l’impatto dell’IA sulle trasformazioni dei modelli organizzativi di lavoro e sullo sviluppo delle nuove professioni, la cui efficacia dipenderà dalla capacità di coinvolgimento delle parti sociali, di raccogliere e rappresentare le istanze provenienti dal mondo produttivo, professionale e dei lavoratori», ha concluso il presidente di Confprofessioni, sottolineando l’opportunità di adottare politiche pubbliche che incentivino lo sviluppo dimensionale e infrastrutturale delle piccole realtà professionali».